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æëåú éåöøéí: Silvio Sorcini (Silvio2006)
(100643) |
æ'ðø: Animals |
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úàøéê öéìåí: 2017-07-13 |
÷èâåøéåú: Insects |
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úàøéê èòéðä: 2017-07-15 12:00 |
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Parnassius phoebus
Fabricius 1793
Nome Volgare: Febo
Famiglia: Papilionidae
Lunghezza ala anteriore mm. 31-34
Note: Il Parnassius phoebus è un lepidottero che può essere considerato raro e molto localizzato, fatta eccezione per poche località di alta montagna in cui vi sono residue colonie piuttosto numerose (al massimo di due decine di individui).
L'insetto è diffuso, in Europa, in alcune zone delle Alpi (escluse, tra l'altro, le Alpi carniche) da una quota di 1500 m. fino a 2500-3000 m. E' anche presente, con sottospecie differenti, sulle Montagne Rocciose degli Stati Uniti ed in Asia centro-orientale (tanto è vero che è stato descritto per la prima volta da Fabricius proprio in Siberia, nel 1793).
È più comune verso i 2000 metri. Le colonie sono poste vicino a torrenti sulle cui sponde vegeta Saxifraga aizoides, la pianta ospite delle larve, dai caratteristici fiori gialli. Il comportamento dell'adulto è simile a quello del P. apollo, fatta salva l'abitudine di passare la notte nel folto dell'erba, anzichè sulle sommità dei fiori (per nutrirsi l'adulto ama il nettare del genere Allium).
Le larve, se le uova schiudono in estate, trascorrono ibernate la stagione invernale, risvegliandosi poi nelle giornate di tepore primaverile.
Ruggero Verity, nella sua opera più conosciuta (Le farfalle diurne d'Italia) descrive il "risveglio" del bruco raccolto ghiacciato. Esso "sverna da piccolissimo, fra le radici impiastrate di melma della sua pianta alimentare; è stato raccolto gelato fino all'irrigidimento completo, ma, appena sciolto il ghiaccio in una stanza…" si è rivitalizzato.
Secondo l'Autore, questa specie si è formata in epoca più antica rispetto ai congeneri P. apollo e P. mnemosyne, dimostrandosi perciò incapace "dopo le epoche glaciali, di adattamento a climi più miti, poiché è sopravvissuta solo dove ha potuto ritirarsi in massicci alpestri con ghiacciai".
Se quasi settanta anni orsono la specie era molto localizzata, è facile immaginare il suo attuale status in un periodo di riscaldamento globale e di intervento antropico anche alle alte quote (incanalamento di risorgive, pascolo intensivo di bestiame, ecc.); il Chinery già nel 1989 la definiva "vulnerabile", cioè in declino su tutto l'areale di distribuzione.
In Svizzera il suo areale si è ridotto almeno del 500% negli ultimi decenni; sembra scomparsa da varie località italiane quali i Monti Lessini e Passo Crocedomini. Anche nel frequentatissimo versante veneto del Passo del Pordoi la specie pare scomparsa da alcuni anni, probabilmente grazie all'incanalamento di un torrentello.
E' sconsolante pensare che le colonie divenute minacciate nell'arco di pochi decenni (anche dal collezionismo, essendoci sempre pochi esemplari in volo) erano presenti in tali luoghi da migliaia di anni, a partire dallo stabilizzarsi del clima nel periodo post-glaciale.
Inspiegabilmente, la farfalla non è protetta dalla legislazione italiana e comunitaria; ciò alla pari di un altro lepidottero - se possibile - ancora più minacciato, il Papilio alexanor.
Maschio: colore bianco traslucido con macchie nere. Macchia subcostale nelle anteriori generalmente centrata di rosso. Due macchie rotonde rosse, pupillate di bianco e bordate di nero nelle ali posteriori.
Femmina: simile al maschio ma generalmente più grande, con aree grigiastre e macchie rosse più estese
Rovescio : simile al dritto
Bruco: nero con puntini marginali gialli o arancione chiaro e si i,pupa in un bozzolo libero posizionato sotto la roccia o strati vegetali.
Distribuzione: Alpi
Habitat: specie alpicola, si rinviene nei prati e lungo i torrenti del piano montano e cacuminale, da 1500 sino a circa 2800 metri s.l.m.
Generazioni annuali: gli adulti sfarfallano tra giugno ed agosto (a seconda della quota) in una sola generazione.
Piante nutrici: Saxifraga aizoides, Saxifraga calycina, Saxifraga nivalis, Rhodiola rosea, Sedum album, Sedum sp., Sempervivum montanum, Sempervivum tectorum.
Tratto da: Le farfalle delle Alpi di Gianluca Ferretti. Edizioni Blu. Giugno 2012
"Farfalle d'Italia" Editrice Compositori, a cura di Roberto Villa, Marco Pellecchia e Giovanni Battista Pesce e dal sito http://insetti.altervista.org/ di Stefano Bossi & Antonio Karabatsos
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